lunedì 5 dicembre 2016

Verba volant (325): sfiducia...

Sfiducia, sost. f.

Questa notte renzi ha in qualche modo rubato la scena alla vittoria del NO, ma la notizia non è la decisione subitanea - e per altro inevitabile - del presidente del consiglio. Per quanto molti di noi - e io vi assicuro l'ho fatto - ieri notte abbiano gioito di fronte al farfugliare dell'uomo di Rignano, che si è creduto per mille giorni il salvatore della patria e che ha visto all'improvviso ridimensionata un'ambizione smodata e volgare, l'obiettivo del nostro NO non erano queste dimissioni. Il nostro obiettivo era difendere la Costituzione da un attacco durissimo delle forze del capitale - il più pericoloso della nostra storia recente - teso a limitare le prerogative democratiche e quindi i diritti delle classi lavoratrici.
Invece la notizia di questa notte, la cosa che avrà conseguenze sul futuro di questo paese - e non solo sul destino irrilevante di una persona irrilevante - è il massiccio e consistente successo del NO, che solo in parte - temo in una piccola parte - è dettato dalla difesa della Costituzione e delle istituzioni democratiche. Quel NO, così omogeneo in tutto il paese, non racconta un'Italia che si è scoperta paladina dei valori costituzionali, ma descrive un'Italia sfiduciata, incattivita, che non sa come cambiare e che ha detto NO, perché ha sentito che il NO era l'unico voto che poteva esprimere questa rabbia, che nessuno riesce a incanalare in un altro modo. E' un voto molto simile a quello con cui i cittadini del Regno Unito hanno scelto di uscire dal'Unione europea, perché quel voto - e solo quel voto - rappresentava una protesta contro un sistema che evidentemente non funziona - perché il capitalismo non funziona. Negli Stati Uniti quello stesso voto ha portato Trump alla presidenza, con un inganno evidente ai danni degli elettori, perché quel loro voto contro i meccanismi più perversi del capitalismo ha dato vita a un governo il cui ministro del tesoro è un esponente della Goldman Sachs. Ma è stato possibile solo perché c'era la faccia "nuova" di Donald. Era francamente difficile, se non impossibile, che il capo del governo in carica potesse diventare il campione dell'antipolitica; e infatti, anche se ci ha provato in maniera esagitata, non c'è riuscito.
In mezzo alla retorica dello scoutismo, in mezzo a un discorso in cui ha ripetuto le menzogne di questi mesi sull'Italia che funziona, ieri notte renzi è riuscito, nonostante sia un mentitore seriale, a dire una verità. Ha sfidato il cosiddetto fronte del no a fare una proposta di riforma, ben sapendo che sarà impossibile. Io con molti di quelli che hanno votato come me al referendum non prenderei neppure un caffè, con molti non sono neppure disposto a parlare, figurarsi immaginare un comune progetto istituzionale. Non nascerà una riforma del NO e probabilmente il NO ha vinto proprio per questo, perché era un voto solo distruttivo, incapace di proporre una soluzione alternativa credibile. Il NO ha vinto proprio perché non offriva alternative ed è stato per molti un NO, a prescindere. Se le avesse offerte probabilmente non avrebbero dato quel voto. Se lo devono ricordare Salvini e Grillo che credono di fare il pieno di voti alle prossime elezioni: le persone hanno votato anche contro di loro, come hanno votato contro renzi, contro Prodi, contro Berlusconi, contro tutti insomma.
Per questo il voto di ieri ci consegna un'Italia di cui dobbiamo avere paura, non perché è caduto il governo, non perché salirà lo spread o perché gli indici del mercato azionario subiranno un tracollo. E fomentando questa paura cercheranno di non farci votare nei prossimi mesi. Dobbiamo essere preoccupati perché il voto di ieri ci ha consegnato un'Italia smarrita e sfiduciata, che ha preferito dire NO e che probabilmente avrebbe detto NO anche a una buona riforma. Poi ragioni sbagliate ci hanno consegnato un risultato giusto e per fortuna c'è ancora la Costituzione; se non avessimo avuto questo baluardo la crisi sarebbe stata inarrestabile e rapidissima. Quindi abbiamo fatto bene a tenerci stretta la nostra cara e vecchia Costituzione del '48, benché negli anni sia stata un po' manomessa. Ma questo non può bastarci, non deve bastarci.
Adesso il nostro obiettivo politico deve essere quello di dire NO a questa sfiducia, a questo clima di disillusione che c'è nel paese e che coinvolge in maniera così radicale le istituzioni democratiche. Dobbiamo fare vivere la Costituzione. Ed è qualcosa che va ben oltre il futuro governo o il futuro parlamento; va oltre quello che succederà alle prossime elezioni, perché il rischio non riguarda qualcuno, ma tutti. Ovviamente qualcuno da tempo lavora perché questa sfiducia cresca e si consolidi, e quindi è contro questo potere che dobbiamo combattere, con un'energia che fino ad ora non abbiamo dimostrato. Personalmente - e lo sapete - credo che questa battaglia si possa combattere solo a sinistra, solo tornando alle idee e ai valori del socialismo, perché se è vero come è vero che il problema è il capitalismo, occorre non continuare a intervenire sui sintomi, ma incidere sulla causa della malattia, prima che ci uccida. E l'unica alternativa al capitalismo che conosciamo è il socialismo.

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