domenica 6 marzo 2016

Lettera a un bambino nato il 6 marzo 2015

Caro bambino,

oggi tu ed io festeggiamo il compleanno: io il quarantaseiesimo e tu il primo. Verosimilmente quando tu avrai gli anni che io ho oggi, sarò morto e questo mi dà un innegabile vantaggio su di te: posso immaginare il tuo futuro senza che tu possa rinfacciarmi di avere sbagliato.
Non ti stiamo consegnando un bel mondo; a onor del vero qualcuno ci ha provato a renderlo almeno un po' meglio di come l'abbiamo trovato o almeno di evitare la caduta - anch'io qualcosa ho fatto, nel mio piccolo - ma evidentemente non ci siamo riusciti. Devo ammettere che a volte mi capita di considerare i tuoi genitori un po' sconsiderati, proprio perché ti hanno fatto nascere, ma io sono un vecchio pessimista e loro, fortunatamente per te e per tutti noi che ti vogliamo bene, non lo sono abbastanza, o comunque sono stati abbastanza matti da lanciarti in questo gioco.
Naturalmente tu farai quello che vorrai, senza ascoltare i nostri consigli; più o meno come abbiamo fatto noi che non abbiamo ascoltato i consigli dei nostri vecchi. Questa tua ostinazione ti farà commettere degli errori, alcuni saranno gli stessi che abbiamo fatto noi e quindi potremo prenderci la soddisfazione di dirti che te l'avevamo detto. Imparerai che quegli errori ti serviranno.
In questo tuo primo anno di vita nel mondo non sono capitate cose degne di nota, quelle che devi studiare nei libri di storia - e chissà se ci saranno ancora i libri - quelle che segnano il passaggio da un'epoca all'altra: le solite guerre, le solite catastrofi, le solite ingiustizie. Durante questo anno, in cui tu sei incredibilmente cresciuto, sono morte due persone. I tuoi genitori ti racconteranno meglio di me le loro storie, o, se vuoi, le potrai leggere nel vocabolario che scrivo, anche per te. Non ho la presunzione che tu lo legga proprio tutto, ma noi che scriviamo abbiamo bisogno di un pubblico, presente - e per questo c'è "zia" Zaira - e futuro - e, purtroppo per te, ho deciso che sei tu il mio pubblico futuro.
La prima persona che è morta è un bambino poco più grande di te, si chiamava Aylan ed era siriano (a dire la verità importa poco sapere la sua nazionalità, basta sapere che era un bambino e che fuggiva da un paese in cui stava male). Voglio che tu sappia di lui, perché spero che tu lotterai affinché nessun bambino muoia più tentando di fuggire dal suo paese. Sono sicuro che succederà ancora quando sarai adulto e spero davvero che ti arrabbierai, e farai tutto quello che è in tuo potere per impedirlo. Ti dico già che non ci riuscirai, che sarà sempre più difficile, perché nei prossimi anni saranno sempre di più i poveri che tenteranno di fuggire dalla miseria e dalla guerra, che i nemici contro cui dovrai combattere saranno sempre più forti e più potenti. L'altra persona che è morta durante questi mesi si chiamava Giulio ed era uno studente, uno che si era messo in testa di capire com'è il mondo e, siccome lo stava capendo troppo bene, lo hanno ammazzato. Ovviamente non ti chiedo di farti ammazzare, ma Giulio era uno che studiava e che lottava, che credeva che il mondo potesse cambiare. E di quelli come lui ti dovrai ricordare, quando farai le tue scelte.
Mi rendo conto che parlare di persone morte durante il tuo primo compleanno può non sembrare il massimo dell'augurio. I tuoi genitori mi perdoneranno perché sanno che ti voglio bene e tu leggerai questi auguri così poco convenzionali tra molti anni, quando sarà il momento giusto.
Comunque adesso tocca a te, auguri.

1 commento:

  1. Hai pienamente ragione, forse nel nostro piccolo non abbiamo fatto abbastanza per offrire un mondo migliore a chi viene dopo di noi, il tuo essere bambino e nello stesso tempo padre, ti apre due mondi diversi, da bambino da scoprire e imparare cosa sia giusto o no, da padre come vorresti che fosse il mondo, senza guerre e sperando che tuo figlio possa continuare quello che a te non e' stato possibile, cambiare il mondo e non veder morire ne' bambini e ne' giovani, per un assurda guerra. Un augurio sincero per il tuo compleanno, sperando e lottando sempre per un mondo migliore da offrire ai nostri figli. Auguri e 100 di questi giorni.

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