sabato 2 gennaio 2016

Verba volant (237): allarme...

Allarme, sost. m. 

E così, in qualche modo, abbiamo passato anche questo capodanno, con tutta la sua retorica, con tutti i suoi annessi e connessi.
Da qualche anno uno dei topos dell'informazione nella settimana tra Natale e san Silvestro è rappresentato dai botti. Nessun telegiornale, nessun organo di informazione, si fa mancare una serie di servizi per invitare alla prudenza nell'utilizzo dei fuochi d'artificio, leciti e illeciti. Vengono intervistati pompieri, medici del pronto soccorso, esperti in fuochi artificiali e poi la solita compagnia di giro degli opinionisti, ossia di quelli che, non occupandosi di niente, hanno un'opinione su tutto. Alcune amministrazioni comunali, seguendo la moda imperante, hanno fatto ordinanze, inapplicabili e sostanzialmente inapplicate, per vietare i botti nei loro rispettivi territori, e quelle che non le hanno emanate, per realistico buon senso, sono state costrette a giustificarsi, invitando comunque i propri cittadini al buon senso. Molti cittadini hanno chiesto ai propri sindaci che fossero vietati i botti, gli stessi che si sarebbero fieramente opposti se i loro sindaci avessero emesso un'ordinanza per vietare l'uso delle auto, a causa dell'inquinamento. I detrattori dei botti hanno poi trovato dei formidabili alleati tra coloro che amano gli animali e, dal momento che molti prestano più attenzione alle sofferenze degli animali che a quelle dei cristiani, verso i botti è stata montata una vera e propria campagna denigratoria, che è riuscita a limitarne la vendita e l'utilizzo. Personalmente non me ne rammarico: i botti mi sono sempre piaciuti poco e fatico ad associarli alle feste.
Vorrei però farvi notare una cosa. Nella notte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio al pronto soccorso del Maggiore di Parma è arrivata una sola persona con una ferita provocata dai botti, mentre ne sono arrivate quindici con problemi legati all'abuso di alcol; e qualcosa di sostanzialmente analogo è avvenuto negli altri ospedali della nostra regione. E mentre i botti sono un problema prettamente di questo periodo festivo, il numero delle persone portate all'ospedale perché ubriache è pressoché costante tutto l'anno. Allora chiediamoci cosa fa più danni? La faciloneria con cui alcuni improvvisati "bombaroli" danno fuoco alle polveri o l'uso smodato di alcolici? Almeno numericamente il secondo, però il problema dell'abuso di alcol non è avvertito come un dramma sociale, non è sentito come un problema, non c'è alcun tipo di allarme e nessun organo di informazione si sognerebbe mai di fare un servizio il 31 dicembre per raccontare dei morti per alcol nel nostro paese. Anche perché nessuno fa ubriacare il proprio cane.
Leggendo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, l'uso di alcol nel 2012 ha causato nel mondo 3,3 milioni di morti, ossia il 5,9% di tutti i decessi, e il 5,1% degli anni di vita persi a causa di malattia, disabilità o morte prematura. Il consumo di bevande alcoliche è responsabile o aumenta il rischio dell'insorgenza di molte malattie ed è responsabile di molti danni indiretti dovuti a comportamenti associati a stati di intossicazione acuta, ad esempio infortuni sul lavoro, incidenti stradali ed episodi di violenza domestica. L'alcol è una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena e con la capacità di indurre dipendenza: causa danni diretti alle cellule di molti organi, soprattutto fegato e sistema nervoso centrale, e in particolare alle cellule del cervello. Però non c'è un allarme sociale sui rischi dell'abuso di alcol, così come c'è un allarme sociale sull'abuso di tabacco. E infatti l'alcol è disponibile ovunque e non c'è alcun controllo all'acquisto e al consumo: un minorenne può tranquillamente acquistarlo al supermercato e nessuno gli dirà mai nulla. Di alcol in giro ce n'è tanto, costa relativamente poco e può essere acquistato senza problemi.
L'allarme sociale sull'abuso del tabacco comincia a dare i suoi frutti, perché, anche se meno lentamente di come si potrebbe sperare, cala il numero dei fumatori e soprattutto cresce la percezione che il fumo sia un problema e che fumare sia un segno distintivo negativo. Sul bere non abbiamo fatto nulla e così per molti giovanissimi - ragazzi e anche moltissime ragazze - bere superalcolici è ancora un rito di passaggio, un modo per sentirsi grandi, per sentirsi apprezzati dagli altri. Ovviamente non credo che proibire sia la strada giusta - come mi è già capitato di dire, io sono anche per la legalizzazione di alcune droghe - ma credo sia necessario avviare una campagna sull'abuso di alcol, che in questo paese non abbiamo mai davvero cominciato. Sul tabacco abbiamo fatto tante campagne, tanto lavoro nelle scuole, spesso inutilmente retorico, ma a volte efficace. Bisogna cominciare a farlo anche sull'alcol. Se ci dedicassimo con lo stesso impegno con cui parliamo dei botti credo sarebbe già un successo.

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