mercoledì 11 marzo 2015

Verba volant (170): semplificare...

Semplificare, v. tr.

In Italia pagare le tasse è difficile e infatti molti, per evitare l'incomodo e per non sbagliare, preferiscono non pagarle. Naturalmente ci sono degli ostinati, per lo più lavoratori dipendenti e pensionati, che, nonostante la complessità della materia e il bizantinismo del fisco italiano, si ostinano ogni anno a pagarle, addirittura denunciandosi, ogni primavera, alle autorità costituite.
Nella sua magnanimità il governo italiano ha pensato a loro, anche se queste categorie non gli sono particolarmente simpatiche, visto che questi continuano a lamentarsi: che le pensioni sono basse, che i salari diminuiscono, che ci sono sempre meno diritti. Addirittura vanno in piazza contro il governo, che li tratta così bene. Renzi li considera - giustamente - degli ingrati e per questo preferisce di gran lunga la compagnia di quei valorosi italiani che hanno portato i loro soldi nei paradisi fiscali e hanno quindi parecchio tempo libero, visto che non devono pagare le tasse; nonostante ciò, ha deciso di aiutare anche i testardi che vogliono comunque pagarle, mandando loro a casa il 730 precompilato.
A dire il vero se siete lavoratori dipendenti o pensionati non aspettatevi di ricevere a casa una busta dal governo: la carta costa e poi è così poco moderna. Vi dovrete prima accreditare sul sito internet dell'Agenzia delle Entrate, poi riceverete il vostro pin e così finalmente potrete accedere al vostro "cassetto fiscale", dove potete scaricare il 730 precompilato. Come vedete la cosa è piuttosto semplice, anche se in Italia siamo in fondo alle classifiche europee per quel che riguarda l'uso della rete - un terzo degli italiani non ha mai navigato - la diffusione della banda larga e la velocità di banda.
Facciamo finta che siate riusciti a scaricare il vostro 730 precompilato. Fate attenzione perché alcune cose ci sono e altre non ci sono. Ci saranno i redditi comunica­ti dal vostro datore di lavoro o dall'Inps, gli interessi passivi sui mutui, i premi pagati per le assicurazioni sulla vita, le polizze infortuni e i contributi previdenziali. Anche ammettendo che tutti questi dati siano esatti - comunque fossi in voi un controllo lo farei, visto il livello della burocrazia italiana - mancano le spese mediche, le tasse scolastiche e universitarie, le spese di ristrutturazione e altre cose che, da contribuente, hai interesse a dichiarare, per pagare un po' meno tasse; perché, per quanto tu sia testardo e ti ostini a voler pagare le tasse, non ne vuoi pagare più del dovuto.
Non credere comunque che per il solo fatto che il governo ti ha messo a disposizione il 730 precompilato tu sia a posto con il fisco. Se non accedi al "cassetto" e devi pagare, sarai multato, mentre se tu fossi a credito, non sarai rimborsato. Devi confermare o modificare la tua dichiarazione. Se la modifichi, sta' attento, perché a quel punto sarai responsabile di tutto, compresi i dati inseriti dall'Agenzia delle Entrate, anche se lo sbaglio lo hanno fatto loro.
E' più semplice questo sistema? Io qualche dubbio ce l'ho. Questa tanto strombazzata riforma del fisco non affronta il cuore del problema, ossia non serve a semplificare il sistema fiscale, anzi in qualche modo lo complica, perché con pochissimo tempo per informare le persone, ha scaricato i problemi sui cittadini e anche su quelle strutture che li aiutano ad affrontare ogni anno la dichiarazione dei redditi.
Perché bisogna dire che questa riforma è stata fatta anche - e forse soprattutto - per colpire i caf e quindi i sindacati, uno dei bersagli preferiti di questo governo, che odia i corpi intermedi e fa di tutto per distruggerli. Così ad esempio, per risolvere i problemi di contenzioso, il governo ha deciso di scaricare sul sistema dei caf le responsabilità di ogni cosa, compresa l'assunzione dei rischi economici dell'infedeltà delle dichiarazioni. Quindi il caf deve risarcire il fisco per qualsiasi infedeltà della dichiarazione, compreso l'errore di digitazione. Per concludere, da un lato si danno maggiori responsabilità ai caf e dall'altro si tolgono risorse, così i caf piccoli saranno costretti a chiudere e quelli più grandi, ad esempio quello della Cgil, faranno fatica ad andare avanti, per la gioia di questo governo di destra.
In sostanza il governo dice al cittadino contribuente: questo è il tuo 730 precompilato, se lo accetti così com'è io non ti controllo, ma se tu lo vuoi modificare - magari andando da quei menagrami della Cgil - io comincio a farti dei controlli e ve la faccio pagare, a te e a loro. Questo non è un patto fiscale degno di un paese civile, ma un'idea partorita dallo sceriffo di Nottingham.
La cosiddetta semplificazione voluta da questo governo non ha modificato di una virgola un sistema fiscale complesso, che unisce un alto tasso di corruzione e un livello di evasione ormai insostenibile. Questa riforma non rende più giusto il fisco, ossia l'unica cosa di cui avremmo davvero bisogno.
Una vera riforma del fisco deve partire dalla modifica di tutte quelle norme che offrono agli evasori alibi e scorciatoie. Ci sarebbero alcune cose da fare subito: ripristinare il reato di falso in bilancio; impedire la costituzione dei fondi che alimentano la corruzione; unificare e far comunicare le banche dati; portare la soglia di tracciabilità del contante a 300 euro; impedire e perseguire l'autoriciclaggio. E, per quel che riguarda il 730, bisogna rendere più chiaro il sistema delle detrazioni, renderle più comprensibili e più facili da calcolare. L'attuale sistema fiscale, con le sue complessità, con le sue inutili complicazioni, con un linguaggio ottusamente burocratico, è stato creato scientemente per favorire l'evasione fiscale e per penalizzare quelli che le tasse le pagano fino all'ultimo centesimo. E visto che questo governo difende gli interessi degli evasori, delle rendite, di chi le tasse non le paga o ne paga troppo poche, non ci sarà nessuna semplificazione.
Quindi mettetevi il cuore in pace, voi dovete solo pagare. Semplicemente.

Nessun commento:

Posta un commento