mercoledì 18 febbraio 2015

Verba volant (166): fretta...

Fretta, sost. f.

Zaira ed io abbiamo visto al cinema The imitation game: un film davvero ben fatto, che spero abbiate visto anche voi e che comunque vi consiglio.
La vicenda raccontata dal film è nota: è la storia di Alan Turing, un giovane inglese genio della matematica e della logica, esperto di crittografia, che partecipò al lavoro di decrittazione dei codici segreti usati dalla Germania nazista durante la seconda guerra mondiale. Turing, proprio per riuscire velocemente a decifrare i codici tedeschi, creò una sorta di elaboratore elettronico: per questo è considerato un pioniere dell'informatica e dell'intelligenza artificiale. Il lavoro di Turing e degli altri che parteciparono a quel progetto fu tenuto segreto fino agli anni Settanta e solo allora si riconobbe il valore che questo lavoro ebbe per la vittoria delle forze alleate. Turing era un genio, un uomo dalle personalità complessa ed era omosessuale e per questo venne arrestato nel 1952. Allora in Gran Bretagna era un reato: Turing fu radiato dall'università e sottoposto, per evitare il carcere, alla castrazione chimica mediante assunzione di ormoni. Fu una pena terribile - che il film riesce a raccontare, anche se in maniera indiretta, descrivendo il dramma di quest'uomo - a cui Turing non seppe resistere: vinto dalla depressione, si suicidò, a poco meno di 42 anni, nel 1954.
Al di là della vicenda personale di Turing e di tutti gli aspetti legati a quel pezzo di storia della seconda guerra mondiale, a cui prese parte da protagonista, c'è un punto su cui credo dovremo riflettere: in Inghilterra, in quel civilissimo paese il cui contributo era stato determinante per sconfiggere il nazismo, sessant'anni fa - il tempo di una generazione, nulla, se confrontato alla storia degli uomini - essere omosessuale era un reato. La legge fu abrogata nel '67, poco prima che io nascessi. E un omosessuale poteva essere sottoposto a una "cura" per tornare "normale": una vera e propria tortura di stato. Forse quando parliamo di progresso sociale e culturale, quando parliamo di diritti che altri popoli dovrebbero introdurre, dovremmo ricordare questa storia. In quegli stessi anni nei civilissimi Stati Uniti, senza il cui sacrificio non sarebbe mai stato sconfitto il fascismo nel mondo, c'era una forma di apartheid, come quello che abbiamo conosciuto noi da giovani in Sudafrica e che abbiamo avuto la fortuna di veder crollare, per l'azione di un grande uomo come Nelson Mandela. E pensate cosa sarebbe successo se nel '45 non avessero vinto i "buoni".
Quanto tempo ci ha messo l'Europa a riconoscere che tutti gli uomini sono uguali? Secoli e, anche se ormai nelle leggi di tutti i nostri paesi è scritto che le discriminazioni sono vietate ed anzi sono state scritte delle nuove leggi per combatterle e per favorire l'integrazione, questo risultato non è ancora stato raggiunto. Ancora lo sanno purtroppo i nostri amici omosessuali, lo sanno troppo bene le donne, che c'è ancora tanta strada da fare e che non bisogna illudersi che certi traguardi siano raggiunti una volta per sempre. Anzi proprio in questi anni vediamo arretrare una certa cultura dei diritti, purtroppo anche qui in Europa. Ed è stato un cammino faticoso, in cui spesso siamo arretrati, sono state necessarie lotte durissime, persone hanno pagato con la vita per raggiungere questi obiettivi, che ormai ci sembrano acquisiti, ci sembrano normali.
Forse dovremmo essere meno presuntuosi quando parliamo di altri paesi, di altre culture, quando osserviamo come cresce - seppur a fatica - una consapevolezza dei diritti, della giustizia, della democrazia in contesti molto diversi dal nostro, con altre storie, altre culture, altre religioni.
Perché non proviamo ad essere un po' più pazienti e lasciamo loro il tempo per crescere, magari aiutandoli affinché non ci mettano i secoli che ci abbiamo impiegato noi, ma lasciando che quella consapevolezza cresca attraverso le stesse lotte che abbiamo dovuto fare noi. Noi abbiamo fretta: vogliamo che da subito gli omosessuali abbiano in quei paesi tutti i diritti - e ci dimentichiamo della fatica che abbiamo fatto noi e che da noi non hanno ancora il diritto di sposarsi. Abbiamo fretta: vogliamo che donne e uomini siano sullo stesso piano, quando neppure qui è così. Le riforme degli altri è come se non bastassero mai.
Noi non siamo più intelligenti, abbiamo soltanto cominciato prima e non dovremmo metterci su un piedistallo, come modelli ineguagliabili o peggio i soli modelli possibili, o avere la pretesa di trasferire sic et simpliciter le nostre leggi ad altri, senza che abbiano fatto un percorso per farle diventare proprie.
Vedo che hanno fatto un certo scalpore le dichiarazioni di un imam saudita che ha detto che la terra è ferma e non ruota attorno al sole. Certo possiamo prenderlo in giro, però non dimentichiamo che noi qualche secolo fa abbiamo condannato Galileo perché diceva che la terra girava attorno al sole e che è stato un cammino faticoso e lungo convincere che lui aveva ragione e torto chi lo aveva condannato. Certo possiamo radere al suolo la scuola dove insegna quell'imam, uccidere lui e quelli come lui che dicono che la terra è ferma, possiamo spegnere quella voce, ma non sarà così che convinceremo milioni di persone che la terra gira effettivamente intorno al sole. Anzi se lo uccidessimo rischieremmo di farne un martire e le sue parole sarebbero più ascoltate di quanto lo sia adesso. Dovranno essere quei popoli a capire che i loro "saggi" stanno dicendo delle cose stupide e allora forse la storia prenderà una piega diversa. Anche per quei milioni di giovani che adesso sembrano vivere in una specie di medioevo culturale, che prima o poi comincerà ad andare loro stretto. Per questo le elites di quei paesi sono nemiche dell'educazione, come lo sono state in tutte le epoche. Per questo dobbiamo fare uno sforzo affinché le conoscenze si muovano più in fretta, e oggi, grazie a queste tecnologie, a queste macchine su cui scriviamo - pronipoti di quella "macchina" inventata da Turing - c'è qualche speranza in più.

Nessun commento:

Posta un commento