domenica 25 gennaio 2015

Verba volant (159): fondale...

Fondale, sost. m.

Il fondale è uno degli elementi scenici che, insieme al cielo e alle quinte, serve a delimitare in teatro lo spazio della scena: il cielo la delimita in altezza e le quinte lateralmente, mentre il fondale occupa appunto il fondo.
Probabilmente avete saputo anche voi che nei giorni scorsi c'è stato un inutile incontro bilaterale tra i capi di governo della Germania e dell'Italia. Inutile perché Merkel e renzi si sono detti delle cose che potevano dirsi tranquillamente al telefono o via skype - per spendere meno, cosa sempre auspicabili in questi tempi di austerity - e hanno detto ai giornalisti cose non particolarmente memorabili, che avrebbero potuto far scrivere ai loro addetti stampa in normali comunicati o via twitter, come usa fare il nostro capo di governo.
Questo inutile incontro sarà ricordato solo per il fondale, dal momento che la conferenza stampa è stata fatta avendo sullo sfondo il David di Michelangelo invece delle solite bandiere, stirate e drappeggiate.
Così renzi ha potuto fare un po' di retorica sulle eccellenze italiane in generale, e fiorentine in particolare, ponendosi come erede, se non di Michelangelo, almeno di Cosimo e Lorenzo de' Medici. Immagino che tra poco i giornalisti di Rainews24, con il loro consueto "understatement", cominceranno a chiamarlo Matteo il Magnifico. Ma soprattutto ha potuto fare un po' di promozione turistica alla sua città. A dire il vero i turisti tedeschi conoscono bene Firenze, diversi di loro sono già stati truffati dai baristi e dai venditori ambulanti della città che, a prezzi improponibili, hanno loro rifilato pizze surgelate e modellini della torre di Pisa che cambiano colore a seconda delle condizioni atmosferiche. E in tutto il mondo conoscono il David, come testimoniano le file dei turisti che ogni giorno dell'anno, eccetto il lunedì - peraltro è difficile spiegare ai tedeschi perché in Italia il lunedì sia il giorno di riposo dei barbieri e dei musei - si sottopongono a una lunga attesa, pur di farsi un selfie con la statua di Michelangelo, da postare immediatamente su  facebook. Se proprio voleva rilanciare il turismo, renzi avrebbe potuto scegliere una località italiana meno nota e almeno, se proprio non voleva uscire dalla sua città - pare abbia difficoltà a staccarsi da lì, visto che a palazzo Chigi continua a circondarsi di fiorentini - avrebbe potuto scegliere un monumento meno consueto, meno pop.
In teatro il fondale serve a darci l'illusione della profondità e della prospettiva: la stessa illusione che ha provato ad offrire renzi al suo gentile pubblico.
Forse però l'astuto fiorentino ha voluto anche dirci un'altra cosa, mandarci un altro messaggio, con questa sua scelta. Ci ha ricordato che la cultura e l'arte sono cose poco importanti, che possono stare appunto in fondo. E, se ci pensate, ce lo aveva già fatto capire: se la cultura fosse stata importante, avrebbe scelto come ministro franceschini? Che tra l'altro non è neppure di Firenze.
In questi mesi il governo sul tema non ha fatto molto. Ha introdotto il cosiddetto ArtBonus, grazie al quale sono detraibili il 65% delle donazioni che le singole persone o le imprese faranno in favore di musei, siti archeologici, teatri e così via; per ora non c'è alcun risultato visibile. Come si diceva nell'avanspettacolo - genere teatrale in cui eccelle questo governo - bambole, non c'è una lira. Poi ha tolto la gratuità dei musei per le persone con più di 65 anni, così che i vecchi la smettano di stare al caldo, a spese dei contribuenti, entrando a sbafo nelle pinacoteche e consimili. Poi ha varato la riforma dei musei, per cui alcuni grandi istituti - una ventina - saranno autonomi, mentre gli altri, più piccoli, saranno unificati in diciassette poli museali regionali. A Firenze, per fare un esempio a caso, questa riforma pare creare più problemi che altro, visto che già esisteva un polo museale cittadino che comprendeva undici musei; tre di questi - Uffizi, Accademia e Bargello - saranno autonomi e gli altri andranno nel polo regionale toscano, con il rischio di smantellare i servizi, come restauro, manutenzione, pubblicità, che erano già gestiti in forma associata.
Ma d'altra parte con la cultura non si mangia, come ha detto un autorevole esponente politico di un altro governo e come evidentemente pensano quelli di questo infausto esecutivo.
Comunque non abbiamo ancora toccato il fondo.
E stavolta non ci salverà il fondoschiena. Neppure quello, perfetto, del David.

Nessun commento:

Posta un commento