martedì 4 novembre 2014

Verba volant (140): leggere...

Leggere, v. tr.

Non ho una particolare simpatia per Fleur Pellerin - che non conosco - né per il governo di cui fa parte - anzi, per quel governo ho pochissima stima - ma ho trovato pretestuose le polemiche seguite alle sue dichiarazioni, di cui probabilmente avete sentito parlare anche voi.
La giovane ministro della cultura di Hollande ha detto che da circa due anni non legge un libro e che non ne ha mai letto uno del Nobel Patrick Modiano, che pure ha invitato a pranzo, in maniera ufficiale, proprio per festeggiare questo importante riconoscimento. A parte il fatto che, prima del Nobel, Modiano lo conoscevano proprio in pochi, anche nel suo paese, la cosa davvero importante è che il ministro della cultura renda onore a uno scrittore del suo paese che ha vinto questo premio, quello è il suo compito istituzionale e non scrivere un saggio sulle sue opere. E comunque, se pensate che lo scrittore più importante che frequenta Renzi è Fabio Volo, la Pellerin ci fa lo stesso una gran figura.
Al di là della polemica politica, ho l'impressione che se il ministro non fosse stata una donna, per di più di origine straniera, questa polemica non sarebbe mai nata. Ovviamente madame Pellerin deve decidere lei come passare il poco - immagino - tempo libero che le rimane, visti i suoi impegni politici e di governo, e personalmente spero che lo passi per lo più con la sua famiglia, in particolare con la figlia di dieci anni, magari insegnandole anche il piacere della lettura.
Come noto il nostro ministro della cultura i libri non solo li legge, ma li scrive pure; evidentemente ha parecchio tempo libero. Dicono anche che sia un bravo scrittore, non so se per piaggeria o per un suo vero talento; non posso esprimere un giudizio perché non ho mai letto un suo romanzo e penso non lo farò mai. Abbiamo avuto anche la sventura di avere un ministro poeta: non ci facciamo mai mancare nulla in questo paese.
A proposito della lettura, e in particolare, della pubblica lettura, mi interessa raccontarvi una piccola storia che riguarda, ancora una volta, la Francia. Si tratta di una mia esperienza di quasi vent'anni fa. Era fine estate del 1995 e io frequentavo l'università, deciso finalmente a laurearmi. Andai a Parigi per un po' di giorni, ospitato da un mio compagno del liceo, che stava lavorando là. Tra una visita e l'altra - era la prima volta che andavo nella capitale francese - passai un po' di tempo alla Bibliothèque publique d'information, presso il Centre Pompidou. Per uno che conosceva solo le biblioteche italiane - frequentavo allora quella dell'Archiginnasio - con le loro burocrazie e i loro bizantinismi, quella fu davvero una scoperta. Senza essere iscritto e anche senza parlare francese, potevo consultare i cataloghi, accedere ai servizi e soprattutto leggere i libri, che prendevo direttamente, perché non c'era - e non c'è - magazzino. Ne approfittai per la tesi, che allora stavo preparando, trovai spunti per la bibliografia, riusci a consultare dei testi - anche in italiano - che non avevo trovato in Italia, presi appunti, feci fotocopie, insomma fu un'esperienza molto utile per il mio studio. La Bpi è una splendida istituzione culturale, che per me è sempre rimasta un modello, un luogo dove l'amore per i libri nasce e cresce quasi naturalmente, perché hai modo di toccarli, scoprirli, leggerli.
Spero che adesso istituzioni analoghe e soprattutto che funzionino così bene ci siano anche in Italia - a Roma, a Milano, nelle grandi città universitarie - però a Parigi la Bpi c'è dalla metà degli anni Settanta. Questo, secondo me, è un elemento che segna una differenza netta nella politica culturale dei due paesi.
Per entrare alla Bpi c'era - e spero ci sia ancora - un controllo discreto, ma efficace, che non impediva ai visitatori curiosi di entrare, anche solo per dare un'occhiata, ma evitava che la biblioteca diventasse un luogo di raccolta degli sfaccendati di Parigi. Cosa che è invece è successa alla Salaborsa di Bologna, che è sempre più un servizio sociale. Io ovviamente non ho nulla contro i senzatetto, anzi credo che l'amministrazione comunale dovrebbe fare di più per loro, ma non credo neppure che la soluzione sia permettere che passino la giornata, specialmente nei mesi invernali, dentro la principale biblioteca pubblica della città, per lasciar libera la sala d'attesa della stazione centrale dove passano la notte. E non venitemi a dire che almeno così leggono, perché sappiamo che non è vero. O Merola decide di mettere le spese per Salaborsa in capo al bilancio delle politiche sociali e non a quelle della cultura oppure fa una seria politica per i senzatetto.
La gestione delle biblioteche è un'altra cosa rispetto a quella che vediamo a Bologna, dove pure, per merito di una generazione di amministratori illuminati - che non sempre leggevano molto, ma sapevano cosa significava farlo - è stata creata una rete di biblioteche di quartiere e di paese disseminate per tutto il territorio, che hanno rappresentato un elemento in più nello sviluppo di quella città e di quella provincia.
Le città hanno bisogno di biblioteche, hanno bisogno di spazi pubblici dedicati ai libri, hanno bisogno di bibliotecari, che le curino, le facciano crescere, le mettano in collegamento con quello che di più vitale c'è nella cultura di quelle città in cui sono. E le biblioteche hanno bisogno di lettori.
A me francamente importa poco sapere se un ministro della cultura legge o non legge, o cosa legge, mi interessa che costruisca biblioteche. E che quindi i cittadini, tutti i cittadini, possano leggere.
Marguerite Yourcenar fa dire al "suo" Adriano:
Fondare biblioteche è un po' come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l'inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire.
L'inverno è ormai arrivato. Non facciamo l'errore di bruciare i libri per scaldarci, perché abbiamo paura di morire di freddo. I libri li dobbiamo conservare, per leggerli e per farli leggere ai nostri figli. 

2 commenti:

  1. Guy Montag protagonista del romanzo di fantascienza " Fahrenait 451" fa il pompiere in una società strana, dove gli incendi vengono appiccati appositamente. Armati di robusti lanciafiamme,i militi irrompono nelle case dei sovversivi che conservano i libri. Ma il protagonista metterà in dubbio l'utilità di questa politica, incontrerà in un campo abbandonato ex professori, ex scienziati o semplici amanti della lettura; ognuno di loro trasmette a memoria un libro... Anche nel presente e nella società del futuro occorreranno biblioteche e libri..!!
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  2. Molto bello in proposito Fahrenait 451

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