lunedì 5 agosto 2013

da "La nave dei folli" di Sebastian Brant


Dei libri inutili

Di stolti e pazzi la ridda precedo
ché molti libri attorno a me pur vedo
che io non leggo e in cui neppure credo.
Se io per primo sulla Nave siedo,
non è senza ragione, lo concedo:
con i libri da sempre ho un gran daffare
e molti ne ho saputo accumulare.
Spesso neppure un'acca ne comprendo,
eppure grande onore loro rendo:
di scacciarne le tarme mi accontento.
Se di scienze si fa ragionamento,
"A casa tutto questo tengo!" esclamo,
ché d'aver libri attorno, altro non bramo.
Di Tolomeo il gran re si sente dire
che di libri ne avesse a non finire
d'ogni parte del mondo radunati
e a guisa di tesori venerati.
Ma molti stavan solo ad occupare
spazio, senza al gran re nulla insegnare.
Al par di lui, io ne possiedo molti,
ma ben di rado ne ho consigli colti.
Forse che dovrei rompermi la testa
per farne di nozioni una gran cesta?
Chi troppo studia, si riduce scemo!
E come un gran signor, certo non temo
di pagare chi impari al posto mio!


Perché si vede sorgere d’un tratto la sagoma della nave dei folli e il suo equipaggio insensato che invade i paesaggi più familiari? Perché dalla vecchia alleanza dell'acqua con la follia è nata un giorno, e proprio quel giorno questa barca? (Michel Foucalt)

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