giovedì 5 aprile 2012

"Tracce del mezzodì nella Erzegovina" di Slavko Santic


F i a c c o l a d i a r i e p o l v e r o s e
e ragazze infocate
aleggia sulle piazze del mezzodì,
nelle quali profuma
la luce erzegovese.
Per questo la morte è
così lontana e invana,
anche se sulla vita
si sparge come oro
e stilla attraverso l'ansia umana
come la sabbia tra le dita.
M a s u l l e p i a z z e d i m e z z o d ì
e sulle labbra delle ragazze
frettolose e mosse
bianche e ventose passioni
seducono la calura del mezzodì
e la chiamata intenzionata.
Nell'aria
e nelle camicie leggere
mansueto come ricordando
si sveste l'ombra pudica
delle visioni turbate.
L e p i a z z e d i m e z z o d ì v i b r a n o
sul cielo infuocato
e sulle pancie tese
delle ragazze assetate e pudiche.
I venti del sud,
tuffati segretamente
nei timori chiari
e vasti dei corpi giovani,
si fecondano pazientemente
nelle onde inesauribili
delle acque vive e delle amare disdette.
Nella Erzegovina si spargono
la salute e i doni,
e nelle piazze di mezzodì
albeggia appena il rumorio della smania cresciuta.
I l t e m p o d e i c h i a r o r i b i a n c h i
e delle immagini roventi
incorniciano le piazze di mezzodì
nell'Erzegovina.
E non servono più a nulla
né le parole, né le malattie segrete
in viaggio e nel ricordo,
ma per opporsi
alla morte e alla bellezza.

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