mercoledì 15 febbraio 2012

"Il mio testamento" di Michalis Katsaròs


Resistete a colui che costruisce una piccola casa e dice: "qui sto bene"
resistete a colui che rientra a casa e dice: "dio sia lodato"
resistete al tappeto persiano dei condomini
all'ometto dietro la scrivania
alla società d'import-export
all'istruzione di stato
alle tasse
a me stesso che vi parlo
resistete a colui che per ore intere dal podio saluta le sfilate
resistete al presidente del tribunale
alle musiche, ai tamburi, alle parate
a tutti i congressi supremi dove chiacchierano bevendo caffè i congressisti consiglieri
a questa signora sterile che distribuisce santini, incenso e mirra
a me stesso che vi parlo
resistete ancora a tutti coloro che si dicono grandi
a tutti coloro che scrivono discorsi di circostanza accanto alla stufa invernale
alle adulazioni, agli auguri
ai tanti inchini che scribacchini e vili rivolgono al loro saggio superiore
resistete agli uffici per stranieri e ai passaporti
alle orribili bandiere degli stati e alla diplomazia
alle fabbriche di materiali bellici
a coloro che chiamano lirismo le belle parole
alle canzoni di guerra
alle languide canzoni strappalacrime
agli spettatori del vento
a tutti gli indifferenti
a coloro che si dicono vostri amici
e anche a me, a me che vi parlo
resistete.
Allora potremo forse con sicurezza avanzare verso la libertà.

1 commento:

  1. Stupendo elogio a colui che è felice e nello stesso tempo è niente.

    RispondiElimina