venerdì 25 marzo 2011

"Dio mio" di Juan Vicente Piqueras


E' un dio che non dorme
e si affaccia agli occhi
del prigioniero e della sua sentinella.
E' un dio che ci vede a occhi chiusi,
una palpebra d'aria, l'altra di acqua,
e non crede in noi.
E' un dio letterario
scritto giorno dopo giorno dalla sete,
la sconfitta e la voglia
di fuggire, inutilmente sempre,
dall'io e dalla sua spietata tirannia.

L'orizzonte, madre degli orfani,
dio dei miscredenti.

1 commento:

  1. Una poesia di Cornelis Vreeswijk:
    Qualcuno va con le scarpe rotte
    Perchè è così?
    Al padre che è nei cieli forse piace così.

    Il padre che è nei cieli fa sempre sonnellini.
    E chi se ne frega di un paio di scarpe rotte quando sei vecchio e stanco?

    E che t'importa di come vanno i giorni.
    Vanno per conto loro.
    Cittadino. Tra cento anni non esisti più.

    Chi se ne frega di come passano le notti.
    A me non frega nulla.
    A me importa solo se il io viso si nasconde tra i capelli del mio amore.

    Io sono pieno di dubbi. Non valgo molto.
    La morte mi spia da dietro l'angolo e mi prende quando vuole lei.

    Qualcuno va con le scarpe rotte.
    Fino a ch smettono di camminare.
    Il diavolo dall'infermo si farà una bella risata!

    Buona serata

    Kristin

    RispondiElimina