domenica 11 aprile 2010

Considerazioni libere (99): a proposito di acqua e di Coca Cola...

Il Rajasthan è il più grande stato indiano - oltre 340.000 kmq - e uno dei più popolosi con i suoi 56 milioni di abitanti; è anche uno dei più aridi, una delle sue attrazioni è il deserto di Thar, il terzo per estensione dell'intera Asia. Dal 1999 nel villaggio di Kala Dera, a circa 40 chilometri dalla capitale Jaipur, è in funzione uno stabilimento della Coca-Cola, che produce bibite gassate e l'acqua in bottiglia Kinley. La Coca-Cola è tornata nel mercato indiano nel '93, dopo sedici anni di divieto di commercializzazione dei suoi prodotti; attualmente ha 52 stabilimenti di imbottigliamento e di pompaggio delle acque ed è leader nel mercato delle bevande analcoliche in quel paese, che conta una popolazione di oltre un miliardo di persone. La decisione di aprire uno stabilimento in quell'area, notoriamente arida, è stato il frutto di un accordo tra la Coca-Cola e il governo per la trasformazione di quel distretto, prevalentemente agricolo, in un polo industriale.
Nonostante questi progetti gran parte dei 13.000 abitanti di Kala Dera e degli altri villaggi che ci sono lì intorno continuano a lavorare nell'agricoltura, producendo miglio, arachidi, frumento e ceci. I lavoratori impiegati presso l’impianto della Coca-Cola variano dai 60 ai 250, a seconda della stagione.
Secondo un dossier elaborato nel 2004 dai ricercatori del Central Ground Water Board e dal Rajasthan Pollution Control Board, l’impianto della Coca-Cola ha utilizzato 1.370.694 metri cubi di acqua nel 2002 e 1.740.301 metri cubi nei primi nove mesi del 2003. La Coca-Cola ha pagato al governo del Rajastan una tassa di concessione annua di 5.000 rupie (110 dollari) nei tre anni dal 2000 al 2002 e di 24.246 rupie nel 2003
(610 dollari). Il dossier ha denunciato come l’impianto della Coca-Cola abbia creato uno “squilibrio ecologico-idrologico” nell’area. Occorre ricordare che in nessun distretto del Rajastan c'è l'accesso all'acqua potabile nelle case.
Nel ditretto di Jaipur di registra da alcuni anni un progressivo abbassamento delle falde acquifere; secondo alcuni ricercatori è passato da 40 a 80 piedi, ma il presidente del consiglio di villaggio di Kala Dera denuncia che sia sceso fino a 125 piedi. Il progressivo abbassamento delle falde ha diversi impatti sull’agricoltura locale: l'aumento dei costi di produzione, la diminuzione della produttività, la diminuzione della superficie di terra lavorabile, l'aumento della disoccupazione. Gli attivisti dei 32 comitati di lotta sorti nel distretto riportano che negli ultimi 4-5 anni la produzione di frumento è calata da 10 a 2 quintali per ettaro. Inoltre i pozzi dei villaggi utilizzati per l’uso domestico sono a rischio di essiccamento.
Ad aggravare la situazione è stata l'eccezionale siccità di quest'anno, la più grave dal 1972, secondo i dati dell'Indian Meteorological Department; nonostante la mancanza delle piogge monsoniche che alimentano le falde, i dirigenti della Coca-Cola hanno deciso di mantenere la produzione a pieno regime, rendendo ancora più grave la situazione per oltre diecimila famiglie.
Gli attivisti dei comitati di lotta continuano la loro protesta, nonostante la Coca-Cola goda di forti appoggi sia dal Partito del Congresso, ora al governo, sia dalle forze di opposizione. I comitati dichiarano che ogni giorno 24 tir, ciascuno con 1.100 imballaggi, trasportano i prodotti finiti fuori dagli stabilimenti; mentre i dirigenti della Coca-Cola non forniscono dati ufficiali sulla produzione.
I dirigenti della Coca-Cola si difendono ricordando cosa hanno fatto e continuano a fare di positivo per la regione. L'azienda ha costruito una strada nel villaggio e ha donato un campo medico per la distribuzione di medicinali. Dona borse di studio agli studenti meritori in tredici scuole della zona e macchine da cucire per cinquanta vedove. Inoltre hanno finanziato l'installazione di 27 impianti per l'irrigazione a goccia, per consumare meno acqua. I tecnici dell'azienda sostengono infatti che l'agricoltura sia la maggior responsabile dell'abbassamento delle falde. I comitati ribattono che i beneficiari dei sussidi per l’irrigazione a goccia sono stati solo alcuni benestanti, persone influenti che hanno sostenuto le attività della Coca-Cola e che comunque possono permettersi la costosa manutenzione di questo tipo di impianto.
A supportare la protesta dei comitati di lotta ci sono inoltre i risultati di un'indagine indipendente del prestigioso Environmental Research Institute di New Delhi, pubblicati nel 2009. Nel rapporto si legge che le attività della Coca-Cola di Kala Dera "continueranno a contribuire al peggioramento della situazione idrica e ad essere fonte di stress per le comunità locali".
Ho cercato di raccogliere e riferire le notizie in maniera asettica, probabilmente non riuscendoci; forse hanno una parte di ragione i manager della Coca-Cola quando affermano che lo spostamento dell'azienda da Kala Dera sarebbe un danno per la regione e che le tecniche utilizzate dai contadini indiani contribuiscono all'abbassamento delle falde. Ma hanno ragione gli attivisti dei comitati a continuare a denunciare un modello di sviluppo in cui c'è qualcuno che guadagna e qualcuno che progressivamente ci rimette. A Kala Dera ci sta perdendo l'ambiente e ci stanno rimettendo, a un prezzo durissimo, un gran numero di famiglie.

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