martedì 23 febbraio 2010

Considerazioni libere (77): a proposito di cittadini e cittadinanza...

Nel nr. 833 di Internazionale la scrittrice e giornalista israeliana Amira Hass racconta una piccola storia, che credo meriti di essere conosciuta.
Elias è nato quarant'anni fa nella città vecchia di Gerusalemme; è di origine armena, i suoi nonni e i suoi genitori si trasferirono in Palestina negli anni Venti del secolo scorso, dopo essere scampati al genocidio dello loro gente in Turchia (un'altra storia questa che meriterebbe di essere raccontata). Dopo l'annessione di fatto di Gerusalemme est da parte di Israele, in seguito alla guerra del '67, Elias ha rifiutato di chiedere la cittadinanza del paese occupante ed è diventato "residente permanente", ma formalmente straniero, nella città in cui è nato. Dal '95, dopo molti anni di "tolleranza", il governo israeliano ha deciso di non riconoscere più lo status di "residente permanente". Elias, come molti altri, si è trasferito negli Stati Uniti, ma dopo l'11 settembre ha preferito ritornare nella sua città, con un visto turistico. Nel gennaio di quest'anno, è stato fermato a un posto di blocco a Ramallah - cosa non infrequente, immagino, in quelle zone di guerra continua - ed è stato arrestato in quanto straniero rimasto illegalmente nella città in cui è nato.
La storia finisce qui e naturalmente si spera che Elias possa essere liberato, grazie anche all'intervento di israeliani come Amira Hass, che hanno sollevato il caso.
Io credo però che serva a riflettere sulla complessità di quella vicenda e sull'inutilità di avere posizioni troppo nette, acriticamente filoisraeliane o filopalestinesi. Elias non è né ebreo né palestinese, ma è senza dubbio un cittadino di Gerusalemme, perché in quella città è nato, è andato a scuola, ha lavorato, ha tutti i suoi ricordi, lì sono sepolti i suoi familiari. Eppure è considerato straniero, perché lo ius sanguini ancora prevale sullo ius soli. E' così anche in Italia e temo che, visto il clima politico e culturale in cui ci troviamo, sarà così ancora a lungo.

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