sabato 31 dicembre 2016

Verba volant (335): innocenza...

Innocenza, sost. f.

Ha suscitato clamore - e polemica - la frase pronunciata da un direttore di orchestra al termine di un concerto che, essendo dedicato alle musiche dei film Disney, aveva un pubblico composto in gran parte da bambine e bambini; invece dei soliti auguri, il maestro ha annunciato, in maniera solenne e dall'alto del suo podio, che Babbo Natale non esiste. Pare che i genitori degli innocenti presenti in sala - che evidentemente credevano ancora alla storia del vecchio con la barba bianca, vestito di rosso, che porta i regali a tutti i bambini del mondo - intendano condurre una class action contro l'incauto e troppo cinico musicista.
Ma qual è l'età giusta per dire ai nostri figli che Babbo Natale non esiste? E che anzi quel vestito rosso è stato creato da un pubblicitario di un secolo fa, per ricordare il colore dell'etichetta di una famosa bevanda gassata? E che quel vecchio è l'immagine moderna di un santo che viene dalla Licia, le cui reliquie sono state una delle cause delle crociate? E noi, quando abbiamo saputo che Babbo Natale - o la Befana o santa Lucia o sant'Antonio o chiunque porti i regali nella festa che da sempre si celebra intorno al solstizio d'inverno - non esiste?
E qual è l'età giusta per dire ai nostri figli che esistono la guerra, la povertà, lo sfruttamento? Qual è l'età giusta per far perdere loro l'innocenza? Magari suona un po' retorico, ma è inevitabile pensare a quelle bambine e a quei bambini che, all'età in cui i nostri figli - fortunatamente - credono ancora a Babbo Natale, hanno già combattuto o sono state violentate o hanno conosciuto un dolore che speriamo che i nostri figli non conoscano mai.
Sapete che non ho figli, ma immagino che se ne avessi, spererei potesse credere il più a lungo possibile alla storia di quel simpatico vecchio che la notte di Natale solca i cieli con la sua slitta trainata dalle renne, ma credo che poi gli - o le - vorrei insegnare quali mali, quali ipocrisie, quali interessi inconfessati ci sono dietro una crociata, che pericoli nasconde una campagna pubblicitaria e che sfruttamento c'è dietro quelle bollicine così seducenti, come sono complesse, varie, ma anche simili, le tradizioni dei popoli della terra e come tutti siamo spaventati quando le giornate di accorciano e come poi festeggiamo quando vediamo che ricominciano ad allungarsi. E soprattutto gli - o le - dovrei insegnare cosa sono la guerra, la povertà, lo sfruttamento, affinché quando sarà adulto - o adulta - continui a essere innocente, ma soprattutto lotti affinché questi mali diminuiscano.
Se ci voltiamo dall'altra parte, se facciamo finta di niente, non siamo innocenti, solo perché non facciamo male a qualcun altro. Perché essere innocenti non significa essere ignari di quello che succede nel mondo e neppure smettere di fare del male, ma combattere contro chi continua a farlo e difendere chi lo subisce. Quindi, quando avranno saputo che Babbo Natale non esiste, insegniamo ai nostri figli e alle nostre figlie che saranno davvero innocenti quando avranno combattuto per questo ideale.

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