mercoledì 5 novembre 2014

Verba volant (141): dignità...

Dignità, sost. f.

Brittany Maynard è una giovane donna che ha fatto una scelta, certamente la scelta più drammatica e complicata che una persona possa fare; è una scelta che noi solitamente non facciamo, lasciamo che sia il caso o - per chi crede - Dio a fare questa scelta per noi. Neppure lei ha scelto di morire a 29 anni, aveva comprensibilmente altri progetti per la propria vita, ma il caso o Dio - per chi ci crede - ha fatto sì che i medici scoprissero un cancro nel suo cervello. Per questo Brittany ha deciso di morire con dignità, come lei stessa ha detto nel suo ultimo saluto.
Brittany non solo ha deciso quando morire con dignità, ma ha voluto anche raccontarlo al mondo. E questa seconda decisione non è stata meno coraggiosa della prima perché, facendo così, ha scatenato una discussione in cui il suo nome è stato coinvolto in banalità e sciocchezze senza fine.
Tra le cose stupide lette in questi giorni sulla morte di Brittany mi hanno colpito le affermazioni di monsignor Carrasco de Paula, il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, che ha detto che "dignità è un'altra cosa che mettere fine alla propria vita". Poi, ricordandosi di essere un prete e ripensando a qualche parabola evangelica, ha aggiunto: "non giudichiamo le persone, ma il gesto in sé è da condannare". Da ateo mi piacerebbe poter sorvolare su queste piccole cose, in fondo dovrebbe essere un problema per chi crede e soprattutto per chi riconosce l'autorità e la dottrina di questo monsignore. Eppure devo anch'io occuparmene, perché di fatto una posizione come questa è quella che giustifica in questo paese la mancanza di una legislazione seria su un tema così complicato e importante. 
Al di là del fatto che anche da un punto di visto teologico ed etico fatico non poco a distinguere tra la persona che compie un gesto e il gesto in sé, credo che il monsignore e quelli che la pensano come lui sbaglino su un punto. Brittany ha scelto di morire, con dignità appunto, non per un rifiuto della vita - c'è anche chi fa questa scelta estrema - ma proprio per amore della vita.
Brittany ha scelto di morire, liberamente e senza costrizioni, perché non voleva vivere nelle condizioni che le erano imposte dalla malattia. Brittany ha scelto la libertà e la vita. E ho grande stima per la sua scelta.
Personalmente fatico a condannare chi decide di suicidarsi. Si tratta ovviamente di una scelta che mi addolora, che mi lascia sconcertato sempre, che trovo spesso incomprensibile, e su cui vorrei poter fare qualcosa per cambiarla, se ne avessi l'opportunità e l'occasione. Ma credo che sia una scelta, terribile, che dobbiamo rispettare; anche quando ci colpisce nei nostri affetti. Tanto più non posso condannare il suicidio di una persona che sa di dover morire presto, con dolore e spogliata della propria intelligenza. E proprio perché è una scelta che riguarda la coscienza e l'intelligenza di ciascuno di noi, non può essere la legge a imporci una scelta. Non può essere la stato a dire che devo vivere fino all'ultimo istante; e poi qual è l'ultimo istante? qui rischia di aprirsi una nuova querelle, come troppe ne abbiamo viste sulla pelle dei pazienti e dei loro familiari. Di fronte alla malattia io devo poter usare la mia intelligenza e posso decidere di vivere fino all'ultimo, perché credo che sia giusto così, o posso decidere che il mio momento sia arrivato.
La dignità è il rispetto che l'uomo deve a sé stesso e che gli è dovuto, proprio nella sua condizione di uomo, per il suo valore, per la sua intelligenza, per la sua libertà. Negare la sua libertà, non dare credito alla sua intelligenza, non fidarsi del suo valore è la cosa peggiore che possiamo fare a un uomo; o a una donna.
Nel finale del romanzo Il Maestro e Margherita c'è un dialogo tra Levi Matteo, il pubblicano diventato apostolo di Gesù, e Woland, il diavolo. Levi Matteo chiede, seppur a malincuore, aiuto a Woland, affinché egli prenda con sé il Maestro e lo ricompensi con il riposo.
Perché non ve lo prendete voi nella luce?
Non ha meritato la luce, ha meritato il riposo, - disse Levi con voce mesta.
Credo che anche Brittany abbia meritato il riposo.

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